L’edizione del 2021 di “Monza in Acquarello” ha ospitato uno studio interdisciplinare per esplorare l’effetto delle diverse sorgenti luminose sulla percezione delle opere d’arte. In collaborazione con prestigiose istituzioni come l’Università Milano Bicocca, la Statale di Milano e il CNR, l’esperimento ha esposto opere di Pompeo Mariani e Mosè Bianchi sotto varie luci, dal LED alle candele.
Le opere di acquarellisti celebri come Pompeo Mariani e Mosè Bianchi sono state esposte sotto diverse sorgenti luminose, dall’illuminazione tradizionale alle tecnologie moderne come LED e neon. Questo approccio offre uno spunto interessante: come sarebbe stato osservare un’opera d’arte prima dell’illuminazione artificiale moderna? Leonardo, per esempio, avrebbe percepito la Gioconda sotto una luce di candela o di lampada a olio, un contesto ben diverso da quello odierno.
Numerosi partecipanti, adulti e bambini, hanno compilato un questionario anonimo, fornendo dati preziosi sulla percezione visiva ed emotiva, contribuendo al successo del progetto.
Il progetto (“ non ricordo il titolo giusto tu lo ricordi?)”è un’iniziati che unisce arte, scienza e psicologia per esplorare un aspetto spesso trascurato: come le condizioni di illuminazione influenzano la percezione e l’emozione che un’opera d’arte suscita negli osservatori.
L’esperimento non solo stimola una riflessione sul passato, ma potrebbe anche influenzare il futuro delle esposizioni museali, suggerendo modalità per ricreare atmosfere più intime e autentiche o per ottimizzare l’illuminazione per una migliore esperienza estetica.
La partecipazione gratuita e l’accessibilità dell’evento hanno contribuito al suo successo, rendendolo un’occasione unica per immergersi nel mondo dell’arte e nella scienza della percezione.